Qualche giorno fa è successo che un amico mi ha girato una mail e allora a me è venuto da pensare: se è arrivata a lui che insegna anatomia sta facendo il giro di tutta l’università, e se fa il giro di tutta l’università allora è un incontro pubblico. Ora io non so se era un incontro pubblico (mi sa di no) ma, dal momento che da lì nessuno mi ha mandato via, so che superati i primi minuti durante i quali mi ripetevo: ma che ci faccio qua che secondo me son l’unica in questa stanza fuori posto, superati quei minuti, nei quali avessi avuto la possibilità mi sarei trasformata volentieri in un libro, ma un libro con orecchie, occhi e mi sarei sistemata su uno scaffale, appena Nori ha iniziato a leggere io lì son stata benissimo. E a pensarci adesso a me vien da dire che no, che io li ho gli scrittori preferiti e mi vien da dire anche che i foglietti che permettono di recuperarsi delle ore di straordinario e fare delle cose differenti dall’andare in laboratorio sono una gran bella conquista.
2 commenti:
Anch'io ho avuo la tua stessa impressione con i libri di Nori: a leggerli non valgono una cicca, mentre a sentirli letti da lui due risate te le fai.
@Simple Tony: ‘spetta, mi sa che mi sono spiegata male, io non solo i libri di Paolo Nori, che sian romanzi o raccolte di discorsi, li leggo volentieri ma spesso li rileggo anche, Bassotuba non c’è ho perso il conto di quante volte l’ho letto, gli altri sono tra le due e le quattro letture non l’unica eccezione di Spinoza che ho letto solo una volta. Il mio pensare: ma che ci faccio qua, era dovuto al fatto che l’incontro era all’interno di un dottorato e a guardarmi intorno, soprattutto all’inizio, prima che iniziasse l’incontro che poi è arrivata altra gente, mi sembrava di essere l’unica che non lo stava facendo, e che per di più non aveva niente a che fare con quel genere di studi. Invece che a sentirlo leggere è un piacere la pensiamo uguale ed è vero che a volte ti vien da ridere ma mica sempre, ieri per esempio, alla fine avevo un groppo tra lo stomaco e la gola che è rimasto là per un po’ (che poi è la stessa cosa che mi succede a leggere alcune delle sue pagine).
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