mercoledì 29 settembre 2010

non il gavetto

Cose che avevo in borsa ‘sta mattina verso le dieci, cioè non appena uscita di casa ma dopo essermi trasformata in una DHL vivente:
- portafoglio
- sigarette e accendino
- due mazzi di chiavi (casa e lavoro)
- un fazzoletto da naso (di stoffa, lo so non li usa più nessuno ma a me piacciono e il trovo decisamente migliori di quelli di carta)
- telefonino (quasi scarico, infatti alle 12 mi ha detto: ciao belina, dovevi ricaricarmi)
- un sacchetto con dentro un gavetto (ricotta e un pomodoro) e uno yogurt (in laboratorio c’era la scorta di Michetti, ché senza pane non si può mangiare)
- un libro
- una biro e una matita
- un sacchetto con sei provette, ognuna conteneva una bulk NK (delle cellule che cerco di studiare, non da sola è un lavoro di gruppo)
- un sacchetto contenente quattro provettine di sangue
- fogli di accompagnamento dei vari campioni

Ero sull’autobus per andare al lavoro, anche se a essere sincera io considero lavoro pure andare a prendere i campioni ma lasciamo perdere questo mio personalissimo punto di vista per il momento ché non è importante al fine del racconto, quando mi è venuto in mente: e se si apre qualcosa i sacchetti terranno? Ho messo in salvo il libro. L’ho tolto dalla mia Mary Poppins borsa e anche se non mancavano molte fermate mi sentivo meglio con il libro in mano. Non il gavetto. Il libro.

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