giovedì 16 settembre 2010

Dubrovnik - Cavtat (1)



Siam partiti in cinque da Genova e i voli, avevamo scalo a Monaco, sono andati bene. Anche i trasporti bagagli son andati bene. Io e Massimo avevamo la valigia da imbarcare, io perché sono una tonna e avevo un liquido che superava i 100 ml, Massimo perché aveva la valigia grande (e poi dicono che sono le donne che si portano la casa appresso quando si muovono). Gli altri tre ci hanno gufato tutto il viaggio d’andata, raccontato tutti gli smarrimenti bagagli possibili e immaginabili, però poi noi a Dubrovnik la nostra valigia l’abbiamo trovata e oltre a ritrovare le nostre valigie abbiamo trovato anche un signore con un cartello, Genoa c’era scritto sul cartello, e ci ha caricato e portato in albergo a Cavtat. In camera ho cercato di chiamare Daniele per dirgli che ero arrivata ma il mio telefonino si era arrabbiato del cambio di nazione. Comparivano due rettangoli con gli angoli smussati e delle frecce che andavano da un rettangolo all’altro. Quando sono scomparsi e apparsa una scritta: Afghanistan, e non scompariva più. Ho tolto la pila, l’ho rimessa e finalmente sono riuscita nel mio intento.
Il congresso iniziava nel primo pomeriggio del giorno dopo, e dal momento che erano le cinque ci siamo fatti una passeggiata lungo la costa. Si stava molto bene anche se poi si è messo un po' a piovere e poi dopo ancora si è alzato anche un po' di vento. Ma si stava bene, io stavo bene. E anche se non si dovrebbe dire perché eravamo lì per il congresso, anche se non sta bene dirlo io lo dico lo stesso: a me sembrava di essere un po' in vacanza.

Nessun commento: