giovedì 10 dicembre 2009

una gran bella cosa

‘sta sera tornando a casa ho messo la mano nella borsa per cercare il fazzoletto e mi sono punta. Non che abbia il raffreddore è che ormai sono come i vecchietti, se passo da un ambiente caldo (laboratorio) a uno freddo (strada) mi viene subito la goccia al naso. Comunque il fatto è che ho messo la mano nella borsa e mi sono punta con la punta del coltello, di quelli seghettati che tagliano, parecchio. Ora, non è che io giri normalmente con un coltello affilato nella borsa, non è così, è che oggi mi sono portata da mangiare bresaola, cracker e due arance. La bresaola l’ho mangiata scondita direttamente dalla confezione, dopo averla aperta però, i cracker idem come sopra, il coltello mi è servito per sbucciare le arance e poi furbescamente l’ho messo in borsa, senza sacchetto, senza nulla ma dopo averlo passato sotto l’acqua e asciugato con un pezzo di carta però. Così mi sono detta: che bigola che sei, poi ho aggiunto: mona e belina.
Essere cresciuti tra parenti che parlano in maniera differente permette di insultarsi in più lingue. A pensarci ora, con un po’ di calma, mi sembra che questa sia una gran bella cosa.

2 commenti:

Arcureo ha detto...

Colgo una percentuale veneta, ciò!

latteaigomiti ha detto...

eh cogli giusto :D mamma veneziana e anche i nonni materni, il ramo paterno invece è più variegato: Bergamo, Erli (Savona) e Bari.