Stavo
aggiustandomi due paia di calzini che avevano un buchino, un buchino un paio e
uno l’altro paio. Ero lì che rammendavo e mi è venuto in mente che le uova di
legno che si usano per rammendare i calzini sono, molto probabilmente, tra
quegli oggetti che spariranno dalle case. O che magari qualcuno tra qualche
decennio ritroverà e non sarà più in grado di sapere a cosa servono o come si
usano, ed è un peccato, secondo me. Son bellissime secondo me le uova di legno.
E così tra un pensiero e l’altro mi è vento da pensare che spesso aggiustare
una cosa costa di più di comprarla nuova e allora c’è poco da fare la raccolta
differenziata bisognerebbe (r)imparare ad aggiustare le cose per farle vivere
di più. Allargare o stringere una gonna o un paio di pantaloni costa di più che
comprarli nuovi e a me sembra una cosa assurda. E, tra un pensiero e l’altro,
mi è vento in mente che l’anno scorso avevo un paio di pantaloni estivi di quelli che
sembrano una gonna, molto lunghi, che per Genova era scomodissimo perché qua è
pieno di scalette e allora con quei pantaloni di quella forma lì, ma anche con
le gomme molto lunghe, devi star attenta quando fai le scale, devi prender su di
lato se non vuoi inciampare, questo mentre sali le scale, a scenderle c’è un
movimento della gamba, una specie di calcio, che ti permette di scenderle senza
rischiare di cadere, se si impara a farlo poi si può andar giù anche di corsa
senza pericolo. Quei pantaloni mi piacciono molto così li avevo portati ad
accorciare ché io non so cucire a macchina. Ecco, rifare l’orlo a quei pantaloni
mi è costato di più di quando li avevo presi, e mentre pagavo, si vede che me
lo si leggeva in faccia che pensavo che quello era un furto, la signora mi ha
detto Sa son larghi in fondo questi pantaloni, quello è il prezzo dell’orlo di
due gonne. E poi, dopo una pausa, Di una magra.