giovedì 20 maggio 2010

Sto sulla riva dell'acqua e sogno

12 luglio 1934
John Fante
Caro signor Mencken,
/.../ Spesso devo inventare delle scuse per scriverle; immagino che lei lo sospetti. Le dispiace? So che lei è un uomo molto occupato con già abbastanza problemi, e giudico le mie lettere di conseguenza. Spesso vorrei scriverle lettere lunghissime, ma non c'è quasi nulla che io possa dirle che lei non sa già, e quindi mi fermo di botto. /.../


John Fante
14 agosto 1935
Caro signor Mencken,
Ogni volta che mi siedo per scriverle una lettera, ho l'impressione di sprecare il mio tempo e il suo. Ciò mi blocca ogni volta. /.../
La situazione sussiste in questo momento. Ero qui seduto a leggere un libro (è quasi l'alba) e all'improvviso mi è tornata in mente l'idea di scrivere una lettera a Mencken. è vero, ho moltissime cose da scriverle, ma per una ragione o per l'altra il concetto stesso di metterle in una lettera è assurdo. Nell'attimo stesso in cui comincio, mi dico, ma perché seccare quel tipo? Ha la sua vita da vivere. E così mi fermo. /.../


Sto sulla riva dell'acqua e sogno Lettere a Mencken 1930-1952 J Fante (pag 72 e pag 85-86)

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