domenica 15 febbraio 2015

ci ha salutate


Per due giorni, giovedì pomeriggio, tutto venerdì e sabato mattina, c’è stato un congressino qua a Genova e io ci sono andata. Mi è piaciuto. Dovevo parlare anch’io, poco poco per fortuna, che io prima dico di sì Che bello, dico, Grazie per avermi invitata, dico anche, poi però come vedo un microfono ho un attacco di colite e penso Ma perché ho detto di sì? penso anche E se poi non capisco le domande che son anche in una lingua che non è la mia? Dovevo parlare il venerdì mattino, alle nove a voler essere precise, e così giovedì ma anche venerdì non mi sono goduta molto il fatto che ci incontravamo nell’acquario. Sabato invece, iniziava alle otto e mezzo e io alle otto ero già là, ho incontrato una collega e ci simo messe a girare. Non c’era ancora nessuno, non era ancora aperto al pubblico. Le vasche non erano ancora illuminate. Girando abbiamo trovato la vasca dei delfini e ci siamo fermate a guardarli. Erano bellissimi. Pioveva qua venerdì e dalla nostra posizione vedevamo loro che nuotavano e la pioggia che cadeva sull’acqua, ma la vedevamo da sotto, come la vedono loro. Poi abbiamo messo una mano sul vetro e il più piccolo dei due delfini quando passava dove era la nostra mano strisciava contro il vetro. Sembrava si volesse prendere le nostre carezze. Quando poi ci siamo rese conto che era il caso di tornare verso la sala se non volevamo arrivare in ritardo lo abbiamo saltato. Abbiamo fatto proprio ciao ciao con la mano, come quando si saluta un bambino, e lui, sempre il più piccolo dei due delfini, si è messo in verticale e ha mosso una pinna.  Io lo so che non ci ha salutato, la mia parte razionale lo sa benissimo ma se dovessi dire quello che ho provato, ecco, allora io direi che ci ha salutate. 

mercoledì 11 febbraio 2015

un pensiero


Io sto seriamente pensando di scappare dal novantanove per cento del tutto. C’è solo un piccolissimo problema, piccolo piccolo eh, non so come si fa. 

domenica 8 febbraio 2015

cose successe oggi


Io questa mattina mi son presa paura. Mi son messa al computer e non trovavo più delle cose. Prima non trovavo il file di sabato ed ero già lì a urlare nella mia testa Nooo, tutto il lavoro di ieri perso. Poi non trovavo più neppure il file di venerdì e lì ho iniziato a sudare. Già sono in ritardo e mi sento indietro da far paura, ci manca solo aver perso non uno ma addirittura due giorni di lavoro mi dicevo. Mi sembrava una cosa insostenibile per le mie poche forze residue. Poi mi son messa a cercare la cartella nella quale sto salvando tutte le robe legate a quella roba lì e non trovavo più neanche quella. Allora me la sono data e ho guardato attentamente se c’era una cartella che invece di chiamarsi con il nome di una banca si chiamava con un insieme lettere a caso. L’ho trovata e lì dentro c’era il file del giorno prima. Bene. È stato uno scherzo di Aglio che questa volta invece di mettermi delle cose come la voce che mi dice tutto quello che sto facendo o farmi partire dei file audio a caso nel cuore della notte mi aveva cambiato solo nome a due cartelle che erano sulla scrivania. Non l’ho neppure sgridato dalla felicità che mi è venuta a ritrovare tutto. Bene pensavo, cioè bene per niente ma almeno non ho perso nulla. È che per la prima volta sto cercando di ottenere un finanziamento per una cosa di lavoro e il bando è di una banca che ha il nome di un santo. Mi è già capitato di partecipare alla richiesta di un finanziamento ma facevo solo dei pezzetti e poi, comunque, venivano riguardati da altri. Adesso invece c’è proprio il nome su quella richiesta, sempre ammesso che arrivi in tempo a chiuderla. Questo pomeriggio mi son messa a cercare di capire come si facevano le schede del budget, che non si possono proprio far male considerato chi le guarderà. Mi sa che domani mi attacco al telefono e cerco di capire tutte le cose che ho dubbie, io che faccio fatica a tenere i mei conti là dentro mi son mezza persa. Tutta ‘sta fatica sentendo in sottofondo Le probabilità che hai son più o meno pari a zero. Tutta esperienza, mi rispondo da giorni, ma ci credo sempre meno a quello che mi dico. E oggi mentre ero a messa ho pensato per la prima volta che il nome di quella banca è a uguale a quello del santo che stavan leggendo. Di solito, io le sue lettere le trovo spesso difficili, di solito quando mi distraggo mi trovo a pensare Ma quante lettere ha scritto nella sua vita quell’uomo? Oggi no. 

domenica 1 febbraio 2015

senza pensare


Ieri ha grandinato. Avevo appena steso fuori quando ha iniziato, allora sono andata subito sul terrazzo a ritirare i panni ma prima, subito prima di staccar mollette e prender le cose dai fili, ho preso in mano un chicco e l’ho sciolto tra le dita. L’ho fatto senza star lì a pensare a quello che facevo e poi mi veniva da sorridere perché è una cosa che mi faceva fare mia mamma quando ero piccola. Mi diceva Prendi un chicco e tienilo tra le dita finché non è sciolto così la grandine non rovina i campi.