Su
Wikipedia ho letto che Virginia de Micco, nel testo a sua cura Le culture della
salute-immigrazione e sanità, un approccio trans-culturale, ha scritto: « Fin dalla
sua apparizione sulla scena medica la nostalgia si presenta come una ben strana
malattia che pur compromettendo lo stato fisico del soggetto non viene curata
da rimedi fisici ma viene curata solo da mutamenti sul piano delle condizioni
di vita, viene risolta attraverso strumenti antropologici che consentono una
visione ed un’integrazione più profonda dell’individuo nell’ambiente in cui
vive e opera. »
Uno strumento antrolopologico, ho pensato poi, è andare a vedere sul calendario quando si può prendere il prossimo biglietto treno. Forse.
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