L’anno
scorso al mercato ho comprato un Ibiscus palustre e dal nome dovevo capirlo che
avrei dovuto bagnarlo spesso invece non l’avevo capito e così è morto. Bisognerebbe
che prestassi più attenzione alle parole ché i nomi non son dati a babbo. O meglio, io
pensavo che fosse morto perché tagliando i rami vedevo tutto secco. Poi non
l’ho buttato, son pigra cronica, e si è fatto l’inverno sul terrazzo senza che
io lo innaffiassi. Questa primavera ho visto che spuntavano, vicino ai pezzi
morti, delle cose verdi. Chissà cosa mi hanno portato gli uccelli e il vento
questa volta mi dicevo. Invece era lui, l’Ibiscus palustre. E l’altro giorno mi
ha regalato 2 fiori grandissimi e molto belli che però son rimasti aperti solo
un giorno, poi si sono accartocciati come fanno i fiori dell’Ibiscus normale,
quello non palustre e adesso son lì attaccati ma accartocciati. Peccato. Questa
sera ho visto altri bocci un po’ aperti, si intravede il bianco del fiore e
secondo me tra pochi giorni avrò altre frittelle bianche con un cerchio rosso dentro.
Che bello.
Giuseppe Verdi
2 ore fa