mercoledì 3 settembre 2014

pensierini del terzo giorno


Io lo sapevo che non poteva durare, ma ci speravo. Tanto. Stavo zitta, mi godevo la pace che c’era in lab dal momento che tutti gli altri erano in ferie, facevo i miei esperimenti, mi divertivo. Mi venivano anche le cose, tornavo a casa che ero quasi contenta a pensare a quello che avevo combinato. Settimana scorsa c’erano anche gli studenti, era un bel gruppo, ci siamo divertiti. Io di sicuro, loro penso che se la siano passata abbastanza bene. L’ultimo giorno hanno portato della focaccia da mangiare insieme, l’ho preso come un segno che le cose erano andate bene. Questa settimana invece ci sono più o meno tutti. È riiniziato il casino, le mille cose che distraggono, quelle che innervosiscono, le perdite inutili di tempo e concentrazione. Oggi è arrivata la prima incazzatura però invece che tornare a casa e rimuginare sulle solite cose e suoi soliti problemi e sulla mia incapacità di dire No, questa sera ho invitato a cena fuori Daniele. Risotto, quarto di bianco, tiramisù e caffè possono essere d’aiuto in questi casi. Speriamo che domani vada meglio. Non si può iniziare a star male dopo tre giorni di quello che diventerà la normalità grosso modo da ora al 2 gennaio, che anche lì si dovrebbe recuperare qualche giorno di pace e tranquillità. Io mi domando Ma perché sono andata a fare un lavoro dove lo star da sola è difficilissimo da realizzare?

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