Io
lo sapevo che non poteva durare, ma ci speravo. Tanto. Stavo zitta, mi godevo
la pace che c’era in lab dal momento che tutti gli altri erano in ferie, facevo
i miei esperimenti, mi divertivo. Mi venivano anche le cose, tornavo a casa che
ero quasi contenta a pensare a quello che avevo combinato. Settimana scorsa
c’erano anche gli studenti, era un bel gruppo, ci siamo divertiti. Io di
sicuro, loro penso che se la siano passata abbastanza bene. L’ultimo giorno
hanno portato della focaccia da mangiare insieme, l’ho preso come un segno che
le cose erano andate bene. Questa settimana invece ci sono più o meno tutti. È
riiniziato il casino, le mille cose che distraggono, quelle che innervosiscono,
le perdite inutili di tempo e concentrazione. Oggi è arrivata la prima incazzatura
però invece che tornare a casa e rimuginare sulle solite cose e suoi soliti
problemi e sulla mia incapacità di dire No, questa sera ho invitato a cena
fuori Daniele. Risotto, quarto di bianco, tiramisù e caffè possono essere
d’aiuto in questi casi. Speriamo che domani vada meglio. Non si può iniziare a
star male dopo tre giorni di quello che diventerà la normalità grosso modo da
ora al 2 gennaio, che anche lì si
dovrebbe recuperare qualche giorno di pace e tranquillità. Io mi
domando Ma perché sono andata a fare un lavoro dove lo star da sola è
difficilissimo da realizzare?
Giuseppe Verdi
7 ore fa
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