domenica 16 febbraio 2014

protocollo nuovo


Ho messo a punto un protocollo che sembra funzionare. Quando voglio farmi la carne ai ferri, per non avere tra i piedi due essere pelosi che miagolano mentre cucino e che provano a fregarmela mentre la mangio, poco prima, do loro la loro bustina preferita: straccetti di non so più che pesce. Aspetto che la mangino tutta e poi parto. Oggi ho fatto così e devo dire che la mia tagliata di manzo me la son mangiata con (una dose media di) tranquillità. Che soddisfazione.
(lo so, non è un protocollo geniale, ci potevo arrivare prima,  ma la soddisfazione è grande lo stesso)

mercoledì 12 febbraio 2014

di media importanza


- Non è un cane feroce, Elena; è solo un po’ imprevedibile. Imprevedibile ma fedele. Che è quello che sembra più importante per Inés. Fedeltà: la regina delle virtù.
- Davvero? Io non la definirei così: direi che è una virtù di media importanza, come la temperanza. Il tipo di virtù che cerchi in un soldato.

L’infanzia di Gesù – J. M. Coetzee – trad. M. Baiocchi – pag. 93

sabato 8 febbraio 2014

felini


Io molto spesso al sabato, per pranzo, mi mangio un etto di Parma. Da quando Emir abita con noi mi tocca dividerlo con lui. Non che la cosa mi dispiaccia, lo capisco, gli dico anche Buon gustaio quando gliene allungo un pezzetto, però oggi me lo ha rubato dal piatto e allora mi sono arrabbiata e gli ho fatto un verso che nella mia testa voleva essere un ruggito. Daniele si è messo a ridere. I miei feroci felini, ha detto. Ma secondo me lui, che ha bandito la carne dalla sua dieta, non riesce a capirci fino in fondo.

venerdì 7 febbraio 2014

eh sì


Ieri notte qualcuno è entrato in laboratorio, ha forzato le porte delle stanze, ha rubato, poco per fortuna. Questa mattina era tutto sotto sopra. Il contenuto dei cassetti era tutto per terra, gli stipetti erano scardinati. Una cosa molto triste da vedere. Era triste anche vedere che le due porte d’ingresso erano chiuse a chiave e che non ci fossero finestre rotte. La polizia ha detto che le porte delle stanze sono state forzate tutte dal corridoio. Ho fatto richiesta di sostituzione delle serrature. Le hanno cambiate, ci hanno dato le chiavi nuove e quando sono uscita, ero l’ultima anche oggi, son quasi sempre l’ultima, son lenta, quando sono uscita la chiave di una delle due porte d'ingresso girava ma non chiudeva la porta. Così l’ho detto all’uscere e l’uscere mi ha detto che dovevo chiamare i pompieri. I pompieri? gli ho detto, Ma io non ho un problema a entrare, io non riesco a chiudere. È  sicuro? Sì mi ha risposto. Così ho chiamato i pompieri, ho spiegato il problema, li ho aspettati e i pompieri hanno provato a chiudere la porta, poi mi hanno detto Eh sì non si chiude e hanno chiamato l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico che li ha autorizzati a chiamare il fabbro che aveva la reperibilità questa sera. Poi loro sono andati, ho aspettato il fabbro e il fabbro ha provato a chiudere la porta e poi mi ha detto Eh sì non si chiude ed è andato a prendere la cassetta dei ferri. E io gli ho augurato buon lavoro e me ne sono venuta a casa.

giovedì 6 febbraio 2014

pre e post


A me le prefazioni non piacciono molto. Quando le incontro le salto, inizio il libro e poi, se il libro mi è piaciuto, le leggo. Con le postfazioni è diverso, loro mi stanno più simpatiche. Penso che questa cosa sia iniziata a scuola quando prima di farti leggere un libro te lo inquadravano, te lo spiegavano, ti raccontavano delle cose sull’autore, sul periodo storico nel quale era vissuto. Il modo migliore per non fartelo leggere se si ha un carattere come il mio. Le postfazioni invece, messe lì in fondo, spesso scritte con un carattere un po’ più piccolo di quello usato fino alla pagina prima, mi sembrano più discrete. Mi sembra quasi che siano lì per non farti mettere giù subito il libro appena finito, mi sembra che sia un po’ come se lì si trovasse qualcuno con il quale parlare di quello che si è appena letto.

domenica 2 febbraio 2014

neanche fossero fratelli

A volte baruffano
A volte si ignorano
A volta son amici


sabato 1 febbraio 2014

domanda


« /…/… Però l’amore può essere un dovere? Si può comandare al proprio cuore? Non credo. Secondo i grandi rabbini il rispetto è superiore all’amore. È un vincolo continuo. Questo mi sembra possibile. Rispettare chi non amo o chi mi è indifferente, ci arrivo. Ma amarli? E poi, avrei la necessità di amarli se li rispettassi? L’amore è difficile, non lo si può provocare né controllare né costringerlo a durare. Mentre il rispetto…»
Si grattava la pelata.
«Mi chiedo se noi cristiani non siamo altro che ebrei sentimentali … »

Il bambino di Noè – Eric-Emmanuel Schmitt – trad. A. Bracci Testasecca – pag.107

un dialogo


- Quanta pazienza ci vuole?
- Tanta.
- Tanta?
- Sì, tanta.
- Tanta.
- Tantissima sarebbe più onesto.
- Più onesto?
- Sì, più onesto. E più vicino alla realtà.
- Alla realtà?
- Sì, alla realtà. A quella che si chiama la realtà percepita.
- Percepita, non reale.
- No, reale perché percepita.
- Ho capito.
- Mi fa piacere.

(un dialogo tra me e me stessa medesima)