domenica 30 dicembre 2012

pignolissima


Questa mattina mi ha preso un attacco di dominghite acutissima. Solo che è una forma di dominghite pignolissima e adesso, secondo me, c’è ancora più disordine di prima. Stiamo a vedere come procede la giornata. Non disperare, mi dico, vedrai poi.

sabato 29 dicembre 2012

forse


Alcune sono bellissime, e mi veniva voglia di rimanere lì a guardarmele, e guardarmele, e poi ancora guardarmele. Alcune le iniziavo ad apprezzare solamente dopo l’aiuto dell’audioguida. Alcune erano troppo difficili per me, non ci arrivavo. Non ci arrivo. E adesso son proprio contenta di esserci andata. E forse, forse eh, forse quella cosa là dell'assassinare la pittura ho un po' capito che cos'è.

venerdì 28 dicembre 2012

semi


(27 dicembre, mattina)

giovedì 27 dicembre 2012

Frecciabianca 9777, carrozza 7.


Volevo sapere come stava, cosa gli era successo, cosa aveva fatto in Europa, come mai era tornato in Terra Promessa. Lui mi stava raccontando, io ero lì che ascoltavo. Stavamo bene. Poi ci siamo presi una pausa piccina, tempo di scendere dal locale e cercare il binario della freccia. Ci siamo ritrovati subito, ci siamo sistemati comodi e abbiamo continuato proprio da dove avevamo interrotto. Questo fino a che a una signora non è suonato il cellulare e ha risposto con un tono di voce che era impossibile continuare a seguirlo. ‘Spetto che finisca e continuo era il mio pensiero ottimista, ma una volta riattaccato ha continuato il discorso con un’altra signora della carrozza. Io ho provato, più volte, ma dopo poche righe i discorsi di Rabinovitch si mescolavano alle storie dei sette figli della signora. Cinque figli partoriti e due adottati, se interessa. A me non interessava. Ho provato a tossire. Un signore ha provato a dire Io dormo se arriviamo a Spezia che sto ancora dormendo mi sveglia? Gli ho sorriso Se vuole la sveglio a Genova, scendo là, gli ho risposto. Non è servito. Peccato. Adesso spero di ritrovarlo ancora lì con Isacco e tutti gli altri, ma soprattutto spero che abbia ancora voglia di raccontare.

sabato 22 dicembre 2012

highlander


Facevo colazione e una zanzara è venuta a posarsi sulla mia mano. Stavo per provare a schiacciarla ma poi ho pensato A dicembre una zanzara? Ho soffiato e l’ho fatta volare via. Chissà dov’è adesso la zanzara highlander.

venerdì 21 dicembre 2012

delle volte


Ci son delle volte che vorrei urlare con tutta la voce che mi ritrovo.
Ci son delle volte che penso che urlare con tutta la voce che ho non si deve fare, non sta bene.
Ci son delle volte che penso che non ho dei motivi così seri per urlare con tutta la voce che ho, ma questo non cambia la voglia di urlare che ho.
Ci son delle volte che vorrei urlare perché c’è chi, penso io, dovrebbe capire che vorrei urlare.
Ci son delle volte, come oggi, che penso che è stupido star lì a menarsela se urlare o no. Basta andare avanti, capire che si vuol urlare, farsene una ragione e vivere che poi passa.

giovedì 20 dicembre 2012

wordstar(s)


Bello, tanto. Bravo, tanto. Ogni tanto mi ricordo che posso fare le cose che mi piacciono e le faccio. A volte capita che poi sia anche contenta di averle fatte. E questa sera son proprio contenta di essere andata a vedere Wordstar(s) e sono anche contenta che ci sia la possibilità di rileggersi quel testo perché ci son dei pezzi che vorrei proprio riguardare con calma. E Pagliai ha recitato così bene che mi son quasi dimenticata che ero a teatro. Mentre tornavo a casa mi son ricordata di quando avevo visto Solo RH, quella volta mi ero proprio dimenticata di essere a teatro e quando, finito lo spettacolo, Trevisan (era lui che recitava il suo testo) era tornato sul palco sorridendo per un attimo, proprio per un attimo, avevo pensato Ma cosa ridi? poi mi era resa conto dell’assurdità di quel pensiero e avevo iniziato ad applaudire anch’io.

domenica 16 dicembre 2012

mi son ricordata


Questo pomeriggio ho incontrato un gruppo di bersaglieri, suonavano. Eran bravi, mi sono fermata un po’ a sentirli. Poi mi è venuto in mente di una volta che mi ero fermata a sentirli con mio papà, lui ha fatto il servizio militare con gli alpini, e quella volta, ero bambina, mi aveva detto Ricorda Latte, meglio una penna dritta che tante messe così. Oggi ho ricordato. E mi veniva da ridere. Chissà cosa dicono i bersaglieri alle loro figlie mi son chiesta.

domenica mattina

È una città strana questa. L’altro giorno nevicava, tirava vento, e faceva freddo. Il giorno dopo la neve non c’era più, ci aveva piovuto sopra e si era sciolta tutta (per fortuna), si andava in giro con il giaccone aperto. Venerdì tirar su la tapparella e vedere la neve mi aveva preso in contropiede, Bengi era ancora sul terrazzo e anche tante piante grasse erano ancora lì, coperte di neve, così oggi ho chiesto a Daniele di tirar dentro il vaso (per le mie forze è inamovibile e bisogna fargli fare anche uno scalino per tirarlo dentro, è uno scalino piccolo ma è pur sempre uno scalino) poi mi sono messa a coprire le piante grasse con un velo bianco che è fatto apposta per proteggerle dal gelo. Ho iniziato dalla Pelosa che è diventata troppo grande per farle fare l’inverno a casa. Ero in terrazzo con i pantaloni della tuta, una maglietta e un gilè (di lana). Ci sono undici gradi adesso sul nostro terrazzo.

sabato 15 dicembre 2012

liberi

(oggi, leggendo in giro)

venerdì 14 dicembre 2012

a bassa quota

oggi neve a bassa quota

giovedì 13 dicembre 2012

mi manca


Ieri sera uscendo ho incontrato una gattina bianca e grigia. Lei si è avvicinata, io ho allungato una mano, lei ha annusato e ci è rimasta male. Niente cibo. Se ne è andata. Questa sera l’ho rivista, mi è venuta incontro e io ho allungato di nuovo la mano. Si è fatta accarezzare, ha fatto degli otto tra le mie gambe e si è fatta fare i grattini sulla schiena. Poi, dal momento che mi seguiva e io avevo paura che finisse sotto una macchina, le ho detto Va lì dalla chiesa che lì non passano le macchine. È andata ma andandosene si è voltata. Te rischi, le ho detto, te non lo sai ma rischi. Una casa senza almeno un gatto per me non è una casa vera. E adesso son qua sul divano e mi manca Cato.

mercoledì 12 dicembre 2012

chissà


Circa tre settimane fa (forse è passato anche un mese) ero da un fiorista e ho visto un’offerta: otto bulbi di giacinto al prezzo di un giacinto e mezzo già fiorito. Io alle offerte del supermercato resisto benissimo, i tre per due li guardo ma penso sempre se di quella cosa ne ho bisogno o no, mi si accende proprio la lampadina del possibile imbroglio. Sto attentissima al supermercato. Dal fiorista invece vedo un’offerta e mi viene subito voglia di comprare. È tremendamente subdola su di me l’offerta del fiorista. C’era questo sacchetto con dentro otto bulbi di giacinto e non sono riuscita a resistere. Mi ricordo che quel pomeriggio ero anche passata dai miei amici librai a ritirare un libro e, dal momento che c’era una presentazione, ero stata un po’ fuori dalla libreria a parlare con Marco, gli avevo chiesto se ne voleva uno, solo che il sacchetto non si apriva senza forbici e non era bello entrare durane la presentazione solo per prendere le forbici. Piantalo tu, mi aveva detto, se poi cresce ce lo porti. Ero scettica su quei bulbi rinsecchiti così ne ho messi due per vaso. Stan venendo fuori tutti e otto, chissà di colore saranno.

martedì 11 dicembre 2012

un albero disordinato (come me)


Sabato sera scorso abbiamo fatto l’albero. Eravamo mia mamma, mia papà ed io (Daniele non ci ha aiutato, ci guardava). Adesso dal divano lo sto ammirando, secondo me è venuto proprio bene. Il mio è un albero disordinato, non è di quelli con le palline tutte dello stesso colore o  di quelli a tema (un anno solo biscotti, un anno solo fette d’arancia). Ci sono palline di stoffa, di plastica, di vetro, di carta. Ci sono una babolina, delle stelline, dei fiocchi di vario colore, angeli di tutti i tipi, delle campanelle, dei funghi piccoli di legno, dei Babbo Natale. A me quel casino piace. Il mio albero ha anche un pesce. Secondo me, ci sta bene anche il pesce e non lo dico solo perché quel pesce è una Latte creazione. O forse sì, va tu a sapere.

domenica 9 dicembre 2012

quando


Quando si spezzano gli angolini dei fagiolini poi sull’incide e sul pollice della sinistra rimane un profumo di erba che a lavar le mani sembra di far un peccato.

giovedì 6 dicembre 2012

9.15

(scendendo dall'autobus)
facendo click sopra si vede un po' più grande 

mercoledì 5 dicembre 2012

sfogo (con ottimismo finale)


Oggi è una giornata no.  Quello che dovevo fare l’ho fatto e potrei anche ritenermi soddisfatta di quello che ho fatto e di come l‘ho fatto, ma rimane lo stesso una giornata no. Vorrei non sentire così tante volte frasi che iniziano con il mio nome. Vorrei essere un’altra, una diversa dalla me.  Vorrei essere altrove.

Mi sento sottosopra, come se fossi appena uscita da una centrifuga, come se mi avessero smontata  a mia insaputa e rimontata senza far più combaciare i pezzi. Mi sento annebbiata, sfuocata, vuota, stanca, stanca, stanca, stanca e anche un po’ stufa.

(bon, fine dello sfogo, e poi come dice Rossella Domani è un altro giorno)

lunedì 3 dicembre 2012

a far compagnia


Ci sono delle sere che mi viene voglia di scrivere delle lettere e a volte, raramente, mi metto anche lì e le scrivo davvero, anche se poi succede che le butto e per essere sicura di non avere ripensamenti svuoto il cestino. Oggi no, oggi mi è venuta voglia di tenerla. Ho fatto una cartellina e l’ho chiamata mai spedite, solo che il computer mi diceva che esisteva già una cartella così. Era vero. C’era sul serio, difficile che si sbaglino i computer. L’ho aperta e dentro c’erano tre lettere del 2010. Le ho rilette volentieri. Stan bene qua, ho pensato. Poi quella di oggi è andata a far loro compagnia.

domenica 2 dicembre 2012

la domenica delle tragedie


Tornando da teatro con la sofferenza di Edipo che girava nella testa e la voce di Eros Pagni ancora nelle orecchie stavo benissimo. Una felicità che solo a essere distratti stonava con la tragedia.

in sottofondo


‘Sta mattina mi sono alzata presto piena di buoni propositi chè poi questo pomeriggio voglio uscire. I propositi saranno stati  anche buoni ma i risultati sono una tragedia. L’invidia è una brutta bestia, ne sono sicura, e a invidiare qualcuno si fa mica una bella cosa, però io in questo momento sto invidiando con tutta me stessa chi sa scrivere bene. No, mi sa che oggi invidio anche chi sa scrivere decentemente. E pensare che son cose che so (più o meno), che sono solo quattro pezzettini, il più corto da 500 caratteri e il più lungo da 3000. Fossi riuscita a farne uno in maniera passabile. Invece no, due frasi qui, una lì, due idee butta giù là. Sì, potevo combinare qualcosa di meglio, è indubbio. Mi tiro su pensando che manca una settimana alla scadenza, pensando che adesso non sono campi completamente vuoti. Megiu che ninte, mi dico. E in sottofondo sento A volte è meglio niente.