mercoledì 23 febbraio 2011

?

Ho aggiunto un libro alla mia libreria virtuale e poi, dato che ero là, sono andata un po’ in giro. Ho fatto anche click dove c’era scritto trova quali libri potrebbero interessarti, mi è comparso l’indirizzo di una libreria. Libreria del Sole, di Lodi. Saranno tutti là i libri che mi potrebbero interessare? Speriamo di no.

martedì 22 febbraio 2011

nei suoi comportamenti

L'innamorato, nei suoi comportamenti, presenta analogie con tre precise categorie di individui: gli affetti da disturbi ossessivi compulsivi, i tossicodipendenti, e le persone colpite da depressione.

Cronache di un disamore, Ivan Cotroneo (pag. 111)

lunedì 21 febbraio 2011

tra ingrosso e ingrugnare



Nell’ultimo libro che ho letto ho trovato un verbo che mi piace molto: ingrottarsi. L’ho incontrato ieri mentre leggevo in compagnia di Cato (il suo modo di farmi compagnia mentre leggo si riduce al dormirmi vicino, niente in confronto ai dialoghi che facevo con la mia gatta ma magari con il tempo si appassiona anche lui alla lettura, vedremo). È così bello quel verbo che ci ripensavo anche oggi e adesso sono andata a ricercarmelo, a rileggerlo, a risentirne il suono all’interno della frase. Lo trovo così bello che ho deciso che deve rimanere nel mio vocabolario, deve resistere anche se la mia memoria tenderà a cancellarlo. E così ho aperto il vocabolario e tra ingrosso e ingrugnare ho inserito ingrottarsi. Con tanto di citazione della frase.

domenica 20 febbraio 2011

recuperate

- la calma
- la visione d’insieme
- l'uso della parola

sabato 19 febbraio 2011

la politica del silenzio

Così per assurdo se uno si immagina una che ha una mezza influenza e se la trascina da una settimana, che si addormenta sul divano guardando Sanremo, che non sente il suo concubino che le dice: vieni a dormire e che si sveglia alle quattro con il freddo addosso perché c’è la porta finestra aperta e in sala c’è sempre la finestra aperta, tutto l’anno anche se sta nevicando perché lei fuma e lui no, ecco se uno si immagina una cosa così e poi si immagina che lei la mattina dopo gli dica: non era una cattiva idea chiudere la porta finestra prima di andare a dormire e se si continua a immaginare che come risposta lei si senta dire: guarda che non mi rispondevi e poi ho tirato giù metà tapparella, va da sè che se uno si immagina tutto questo, poi si immagina facilmente anche che lei il mazzetto di fiori che lui ha portato a casa di ritorno dalla spesa ‘sta mattina glielo avrebbe tirato dietro volentieri. Però si immagina sbagliato, le è venuto in mente ma lei non l’ha fatto. Loro non c’entrano, poveri fiori, si diceva l’ipotetica ex-addormentata sul divano, loro nel vaso. Si continua con la politica del silenzio.

venerdì 18 febbraio 2011

amico verde




E oggi verso le due sentivo un verso strano poi, a forza di cercare, l’ho visto l’amico verde che cantava al sole

angolino



Oggi c’era il sole e si stava benissimo, era bellissimo vedere il sole dopo una settimana intera che di sole non se ne vedeva. Io a casa sto benissimo anche se c’è brutto, anche se è così brutto che sembra sera e invece è giorno, ma se devo uscire preferisco che ci sia il sole. Lavorare se è una bella giornata è molto più semplice.
Quello nella foto è l’angolino dietro il padiglione 1 dove, quando c’è il sole, vado a bermi il caffè e a fumarmi la sigaretta.

giovedì 17 febbraio 2011

gli occhi miei

‘sta mattina mi sono alzata con una canzone in testa. Sarà colpa di Sanremo, mi dicevo. Solo che oggi sono anche di buon umore, parecchio di buon umore e senza alcun motivo, così l’ho canticchiata tutto il giorno. Ma io sono stonata, molto stonata, e anche se è una canzone semplice io, che sono bravissima quando mi ci metto, riesco a stonarla. Non c’era verso di farmi star zitta, ogni due per tre mi ritrovavo a cantare

Dimmi perché, ma perché, ma perché, negli occhi miei non guardi mai
eppure tu, io lo so, io lo so, che un po’ di bene già mi vuoi.
Dimmi perché, ma perché, ma perché, negli occhi miei non guardi mai
eppure tu, io lo so, io lo so, che un po’ di bene già mi vuoi.

Anche se tu arrossirai, il mio segreto lo saprai,
se tu lo sguardo alzerai, capirai, capirai, capirai, capirai.
Anche se chiederlo non vuoi, il mio segreto scoprirai,
c’è chi mentire non può mai, gli occhi miei, gli occhi miei, gli occhi miei, gli occhi miei.

gli occhi miei

martedì 15 febbraio 2011

stavo pensando



chissà cosa starà facendo Pino in questo momento.

lunedì 14 febbraio 2011

sul non sapere e sullo spreco



(se non si sa usare photoshop a togliere la propria immagine riflessa in una vetrina si fa una fatica bestiale, se poi la foto è anche bruttina forte la fatica è anche sprecata)

domenica 13 febbraio 2011

una città bellissima

Quand’ero bambina mia mamma non mi faceva mangiare la mortadella, diceva che non andava bene per i bambini, che era fatta con gli scarti. A me piaceva tantissimo, ogni tanto la comprava perché anche a mio papà piace e allora non si poteva mica metterla in tavola e non darmene neppure un pezzetto, tanto più che io ero l’unica dei tre figli che mangiava senza grossi problemi, storie da raccontare o aeroplanini-forchetta. Così mi arrivava questo pezzo minuscolo che tenevo in bocca dei minuti prima di mandarlo giù, per farlo durare. A casa mia la mortadella si è sempre chiamata la bologna. Quando ho scoperto che Bologna è una città mi sono immaginata che in quella città tutti i bambini potessero mangiare la bologna in pace, tutte le volte che volevano, quanta ne volevano. Una città bellissima.

Simona

Ogni tanto mi piacerebbe sapere che giri fanno le mie sinapsi. Mi piacerebbe sapere come, di punto in bianco, mi vengono in mente certi pensieri senza che ci sia nessun motivo apparente.
Mi stavo asciugando i capelli, che concia come sono non è il caso che rimanga due ore con i capelli bagnati sul collo, stile cataplasma, quando mi è venuto in mente: Simona in Veneto è un nome che secondo me non va per la maggiore.

venerdì 11 febbraio 2011

e invece no

Stavo cazzeggiando in giro e qui ho trovato una cosa che avevo già letto e c’era anche il link per leggerla tutta. Ma guarda, mi dicevo, con tutte le pagine che ci sono siamo finiti a leggere la stessa pagina. Invece non era la stessa pagina era un’altra perché io l’avevo letto da un’altra parte. L’altro posto non lo conosco, quello dove l’ho letto io invece è un posto dove vado abbastanza spesso e ci si trovano delle cose belle (almeno per i miei gusti).

il termine generico

Il generico dell’aspirina con la vitamina C si scioglie male e puzza un po’, forse anche parecchio dal momento che lo sento anche se ho il raffreddore. Io mi dimentico sempre il termine: generico. Mi era capitato anche l’anno scorso e quel simpaticone del farmacista, quando ho detto: mi servirebbe l’aspirina C ma quella da banco, mi ha risposto: l’aspirina è un farmaco da banco, vuol dire il generico? E io mi sarei scavata una fossa lì, in farmacia. Avrei preso un badile e avrei scavato un tunnel fino a casa. Oggi non volevo fare la stessa figuraccia ma ancora una volta non mi veniva la parola. Così ho superato la farmacia, sono andata avanti. Avevo già deciso di comprarmela domani, quando mi sarebbe venuto in mente come si dice. Poi invece stavo comprendo gnocchi e pesto per ‘sta sera e mi è venuto in mente. Son tornata indietro, sono andata a prendermela. Son molto gorgogliosa di me stessa. Son anche contenta delle due sacherine che ho preso sempre lì (non in farmacia dalla pasta fresca) molto buone, fan inizio fine settimana.

giovedì 10 febbraio 2011

gioco in casa

Dopo aver chiesto il quasi impossibile al mio apparato digerente ora chiedo aiuto al mio sistema immune. Lì gioco in casa, speriamo bene. Tra mal di gola e ossa rotte mi sa che deve far gli straordinari, poverino. Magari tiro giù un’aspirina e l’aiuto un po’. E poi si dice: aiutati che il sistema immune ti aiuta. O no. Magari mi caccio anche sotto le coperte e chiedo a Cato se vuole fare la boule pelosa.

mercoledì 9 febbraio 2011

il potere dei succhi gastrici

Secondo me se si sta mangiando una cosa differente dai funghi ma che sa di funghi vuol dire che c'è qualcosa che non va.
Però se continuo a mangiarla anche se mi sono accorta che sa di funghi anche se non sono funghi vuol dire solo due cose: o sono poco furba, o ho fame e confido sul potere dei succhi gastrici.

martedì 8 febbraio 2011

anch'io

Il libro che ora avrei voglia di leggere è un romanzo in cui si senta la storia che arriva, come un tuono ancora confuso, la storia quella storica insieme al destino delle persone, un romanzo che dia il senso di stare vivendo uno sconvolgimento che ancora non ha un nome, non ha preso forma…

Il romanzo che più vorrei legger in questo momento, - spiega Ludmilla, - dovrebbe avere come forza motrice solo la voglia di raccontare, d’accumulare storie, senza pretendere d’importi una visione del mondo, ma solo di farti assistere alla propria crescita, come una pianta, un aggrovigliarsi come di rami e di foglie …

Se una notte d’inverno un viaggiatore Italo Calvino (p.83-84 e 106)

lunedì 7 febbraio 2011

poi ci si assesta?

Mi han sempre detto: coi quaranta vedrai, poi a me tra i trentanove e i quaranta non mi sembra che sia successo chissà che. È dopo che succede, altro ché a quaranta. Prima lento lento, una ruga qua, una là. Un non-ricordo qua e non-ricordo là. Una giornata che ti senti stanchissima senza apparente motivo qua, e un’altra là. Poi d’improvviso succede che metà delle giornate ti senti senza forze, non hai neppure quelle minime indispensabili, quelle che servono per lavarsi i capelli o mettere su la pentola per cuocer la pasta; cose così che hai sempre fatto senza neppure accorgerti. E poi, ancora dopo, succede che al lavoro, per star concentrata che si deve incastrare tutto in modo di non uscire a orari indecenti, fai fatica e poi non ti basta più l’agenda, devi iniziare anche a pensare da che cosa iniziare e non solo, devi anche dirti (mentalmente se ci riesci, se no ad alta voce) che cosa stai facendo. E poi, ancora dopo, alla fine della giornata saluti batteri, cellule e computer con: A domani. Quando arrivi lì, a quel punto, e poi entri a casa e dici: ciao Cato, aspetta qua che vado a farmi la doccia, poi metto su l’acqua e torno, giochiamo un po’, poi butto la pasta che così quando torna da yoga mangiamo. E lo guardi bello spalmato sul letto che ti fa le fuse e aggiungi: Senti Cato e se ce ne andassimo a dormire ora noi due? Quando arrivi lì a me sembra che quello, cioè questo, non sia mica un gran bel segno. Non voglio pensare che cosa mi aspetterà andando avanti. Magari poi ci si assesta. Speriamo.

(però la doccia l’ho fatta, e la cena, beh chiamarla cena è un po’ esagerato: finocchi crudi e ricotta, il minimo sindacabile :D)

domenica 6 febbraio 2011

ho sentito cose che noi umani...

Venerdì mattina sull’autobus ho ascoltato un dialogo tra due ragazzi, avran avuto più o meno vent’anni. Un pezzo del loro dialogo perché poi sono scesi e meno male. (Mi stava montando il nervoso, per questo dico meno male)
Un era pro nucleare, l’altro era contrario. E dopo un po’ che discutevano
quello nucleare sì: comunque in Italia il nucleare non lo vorrei.
quello nucleare no: comodo così, ma se è più di mezz’ora che mi cerchi di convincere che il nucleare è il futuro. Eravamo sul treno quando hai iniziato e ora mi dici così? Comodo, troppo comodo.
quello nucleare sì: ma noi abbiamo la mafia.
quello nucleare no: ???
quello nucleare sì: pensi che con quel giro di soldi che ci sarebbe per fare una centrale la mafia non si farebbe avanti? Se fanno una casa fatta male ci muore poca gente, ma con una centrale è un’altra cosa.
quello nucleare no: ma che ragionamento stai facendo?
quello nucleare sì: come che ragionamento, mi sembra chiaro. Poi io non ho niente contro la mafia. Facessero le cose bene, me ne fregherei della mafia.

verità vere

Se si spremono i limoni con le mani screpolate poi bruciano, soprattutto dove ci sono i taglietti. E ti accorgi anche di quelli piccoli, anche di quelli piccolissimi.

sabato 5 febbraio 2011

destino

Poco tempo fa ho letto l’ultimo romanzo di un mio amico, in realtà è un romanzo scritto a quattro mani, a capitoli alterni. Quel libro si intitolava Acciaio, poi, quando hanno trovato l’editore, non potevano più lasciare quel titolo. “Che sfiga”, mi diceva il mio amico, “con tutti i possibili titoli che esistono proprio Acciaio doveva intitolarlo?”. Ora, cioè non ora sarà un mese ormai, è uscito e si intitola L’ombra del destino. Oggi mi sono accorta che tra poco andrà in onda una serie per la televisione, e come si intitola ‘sta serie nuova? L’ombra del destino. Spero che Ettore non se la prenda.

venerdì 4 febbraio 2011

schiena dritta

Ci sono delle volte che sembra si parli la stessa lingua invece non è vero. Le parole son le stesse ma il significato è diverso. Per me una schiena dritta è uno tutto d’un pezzo, il contrario di uno che curva la schiena dimostrandosi sottomesso. A casa mia, dove son cresciuta io, dove ho imparato a parlare, è sempre stato usato così. Io sono cresciuta pensando che quelle parole volessero dire solo quello. Può essere un complimento aver la schiena dritta, anche un bel complimento, bisogna vedere come va avanti la frase, può anche voler dire che si è incapaci di confrontarsi e trovare un compromesso con l’altro, ma è più raro. Qua, da queste parti, se sento dire “è uno con la schiena dritta” non gli stanno mica facendo un complimento. Qua uno con la schiena dritta è uno che non fa niente. Un super pigro. Anzi peggio uno che non fa niente perché non c’è verso di fargli fare una cosa anche se la dovrebbe fare proprio lui. Qua lo usano soprattutto in contesti lavorativi.
Bisogna star attenti a parlare. Anche a ascoltare bisogna stare attenti. Per fortuna ci sono il tono della voce e il contesto che aiutano a non far troppo casino.

giovedì 3 febbraio 2011

lasciamo perdere



quanto tempo ci ho messo, stendiamo una pietosissima coperta su questo ... però poi ci sono arrivata.
Son soddisfazioni, piccole, ma son soddisfazioni.


il grande segreto

E Haim disse: “Padre, perché gli uomini sono così diversi?”
“Tutte le cose sono diverse: ogni filo d’erba è unico.”
“Ma se imperano le differenze, la parola è impossibile.”
“In verità, noi siamo tutti uguali e la parola del Sinai si rivolge a tutti, e non solo al nostro popolo.”
/…/
“Ma se siamo diversi, non possiamo essere identici, e viceversa.”
“Ecco il punto: se siamo del tutto diversi, non saremo mai uguali; ma se siamo tutti uguali, non c’è nessun problema se ci differenziamo.”
“Allora io sono te?’”
“Tu sei me, e io sono te: ecco qua il grande segreto.”

La stella del mattino A. Schwarz-Bart (p.76-77)

mercoledì 2 febbraio 2011

un po' di confusione

Tornando dal cinema
Latte: come si chiama la compagna di Bova?
Daniele: non mi viene il nome, nella realtà è la moglie di Montalbano.

martedì 1 febbraio 2011

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Sabato scorso sono andata nella libreria che preferisco, non ci vado molto spesso ma solo perché è all’altro capo della città (nel senso della lunghezza però che Genova è stretta e lunga, una città con una forma strana se si è abituati a città più o meno tonde). Lì lavorano due librai molto bravi e molto simpatici. Dallo scorso anno hanno inventato questa cosa bellissima dei saldi, al 25, per una settimana e su tutto il catalogo, così sabato scorso sono andata a trovarli, uniamo il dilettevole all’utile mi dicevo. E sempre sabato ho scoperto che già alla fine del mese apriranno la seconda libreria, sarà sempre nei vicoli (ma decisamente più vicina per me). Sapevo che raddoppiavano ma non pensavo così presto. Son molto contenta per loro. Quando l’ho saputo ho detto: e adesso io da chi vado? Ho pensato che potrei fare così: sabato rimango fedele, durante la settimana tradisco.