lunedì 30 novembre 2009

un riassunto, ottimo

Io, come tantissima altra gente, ho una casella di posta libero. Quando controllo la posta sulla sinistra dello schermo compaiono due scritte: leggi mail (con due numeri, mail non lette e mail totali) e, sotto, scrivi mail. Sulla destra dello schermo invece c’è uno spazio pubblicitario. Settimana scorsa era stranamente occupato da libreriauniversitaria e così mi ero un po’ abituata a darci un’occhiata e più di una volta ho anche cliccato perché c’erano libri che mi incuriosivano. Adesso la situazione è cambiata, ho trovato:
2 volte: Perdere 16 chili in 2 mesi / L’ho fatto! Senza regole e senza sport / Leggi la mia storia per saperne di più / due foto: una pancia tonda e una pancia piatta (pance femminili).
2 volte: Stiamo cercando la nuova stella del poker / Potresti essere tu / Entra nel GD team / Gioco digitale
1 volta: Vuoi giocare on line a superenalotto superstar? / Provalo subito!
e ‘sta sera un ottimo riassunto: Kalorie King gioca adesso / Brucia i grassi / gioca e sfoggia un fisico perfetto / Gioca e vinci soldi veri!

domenica 29 novembre 2009

broccolo della felicità

Mi è fiorito il tronchetto della felicità. Non so quando è successo, l’ho visto oggi quando ho spostato il vaso per pulire l’angolo del pavimento. Con una mano tenevo il vaso, che è su un sottovaso con le ruote, con l’altra il tronco del tronchetto e guardavo la cima per vedere che non ballasse troppo e cadesse. È così che ho visto il fiore. Io neanche lo sapevo che i tronchetti della felicità potessero fiorire e invece. Non è proprio un fiore è un’inflorescenza, sempre che mi ricordi qualcosa di botanica; mi ricordo molto poco a dire il vero ché quell’esame, se fosse stato per me, non l’avrei mai messo nel piano di studi ma non si poteva saltare quindi l’ho lasciato e l'ho anche dato. Mi ricordo così poco di botanica che potrei dire tranquillamente che non mi ricordo quasi nulla, io ho poca memoria ma ‘sta volta sono scusata: l’ho dato nell’86, è normale che non mi ricordi di qualcosa che ho studiato per dovere tredici anni fa e poi non ho più ripreso in mano. L’inflorescenza del mio tronchetto assomiglia a una serie di broccoli. A guardarla bene sembra un po’ finta, non sembra neanche parte della pianta. È lì, in cima, c’è l’ultimo giro di foglie poi nel mezzo parte sto coso verdino chiaro con attaccati i broccoli. A guardarlo bene bene, io di solito non lo prendo molto in considerazione il mio tronchetto, è lì in un angolo della sala che è un angolo che non guardo mai né quando sono al tavolo né quando sono sul divano, a guardarlo bene bene è proprio bello il mio broccolo della felicità.


(mi è stato fatto notare che non so più far di conto: 2009-1986 fa ventitre, eh che dire? ha ragione)

auguri

… poiché alla morte dell’ultimo che ricorda, il morto muore un’altra volta, definitiva, ed è come non fosse mai esistito.
La vita fa rima con la morte Amos Oz

venerdì 27 novembre 2009

questa settimana

Il suonatore di fisarmonica che lavora nel sottopassaggio di Brignole ha fatto pratica con il sottoritmo che tanto mi piaceva in Marina e ora lo suona con qualsiasi cosa. Come sottoritmo di Besame mucho sta male ma come sottoritmo de Il ballo del qua qua è realmente inascoltabile.

Continuo a trovare quadrifogli nel giardino davanti al padiglione dove lavoro. Però, dal momento che giovedì scorso hanno rigettato (*) un articolo al quale noi sei autori tenevamo molto, penso che sia meglio smettere di raccoglierli. Maniman (**) che porti fortuna.

Ieri mia nipote, che ha sei anni, mi ha detto: zia ho un fidanzato. Io sono molto contenta di questa confidenza ma non vi racconto la nostra telefonata perché sono fatti suoi.

Camminando per i sotterranei dell’ospedale ho visto un geco a una finestra. L’ho visto da sotto. Non mi era mai capitato di vedere un geco da sotto. È ancora più bello visto da sotto, si vedeva la pancia che si muoveva al ritmo del cuore e si vedevano benissimo le ventose all’estremità delle dita.

* forse è italoinglese, lingua tipica degli abitanti dei laboratori, anche se si capisce sarebbe che ci hanno detto: Cippa non lo pubblichiamo.
** sia mai

mercoledì 25 novembre 2009

diverso

‘sta sera, che poi in realtà non era sera ma tardo pomeriggio, sull’autobus c’era una mamma che spiegava a suo figlio che diverso non è sinonimo né di meglio né di peggio. Lo faceva in un modo che mi piaceva molto e suo figlio, io dal mio posto lo potevo vedere bene, la guardava e la ascoltava con attenzione. Sono scesi quasi subito. La mamma l’ha preso in braccio per farlo arrivare a schiacciare il campanello per la prenotazione della fermata e la cosa è piaciuta molto al bambino. Non so come, e se, il discorso è andato avanti. A volte sull’autobus si sentono delle cose molto interessanti a voler star ad ascoltare. Poi mi è tornato in mente un libro di quelli cartonati con i disegni stilizzati e pochissimo testo che ho letto tre anni fa quando cercavo dei libri per mia nipote che all’epoca aveva più o meno l’età di quel bambino. La storia raccontava di una pecora nera in un gregge di pecore bianche e le pecore bianche la prendevano in giro perché era nera. Il pastore arrivava e le tosava. A quel punto le pecore bianche non riconoscevano più la pecora nera e non la prendevano più in giro. Fine della storia. Mi ricordo benissimo il mio stupore. (Bisognerebbe sempre leggere i libri che si regalano e quelli per bambini con il doppio dell’attenzione)

martedì 24 novembre 2009

ridere, mangiare, applaudire

‘Sta sera tornando a casa mi sono domandata: quando uno dice quella persona mi piace a pelle o non la sopporto anche se non mi ha mai fatto niente di male, che cos’è che l’ha spinto a farsi un’idea di un estraneo? Dal momento che mi è difficile ragionare, figuriamoci ragionare in astratto, ho provato a pensare a quello che succede a me. Può sembrare che io alla fine pensi solo a me, che sia egocentrica. Forse. È probabile. Molto probabile basta guardare le etichette qua a sinistra: l’etichetta più presente è io. C’è da vergognarsi. Dovrei riaprire tutti i post e togliere io dalle etichette. Magari una sera lo faccio. Ma il punto in realtà è che mi è già difficile pensare con la mia testa figuriamoci con la testa di qualcun altro. Non mi ci metto proprio, è fuori dalle mie capacità. Ecco questo, cioé quello che ho scritto all’inizio prima di aprire la parentesi sul mio egoismo, era il punto di partenza del mio ragionamento e poi passin passetto sono arrivata fino al portone di casa e mi sono resa conto che per me è molto importante come uno ride, mangia e applaude. Sono tre cose che mi aiutano molto a farmi un’idea di chi ho davanti. Come uno ride la più importante. Una persona che ride con gli occhi e solo a volte con la bocca, per come son fatta io, è una persona che mi vien subito voglia di conoscerla.

lunedì 23 novembre 2009

entrambe queste esistenze insieme

Non posso negare di aver sempre condotto due esistenze, una assai vicina alla verità che in effetti ho il diritto di chiamare realtà, e un’altra esistenza, un’esistenza fittizia, tutte e due insieme con l’andar del tempo hanno prodotto un’esistenza che mi tiene in vita, ora domina una ora domina l’altra, ma io vivo sempre, si badi bene, entrambe queste esistenze insieme.
La cantina Thomas Bernhard

domenica 22 novembre 2009

rapporti dannosi

Quante volte devo dare fiducia a un rapporto (e non sto pensando a un rapporto d’amore ma a un rapporto tra due persone in generale) prima di sentirmi del tutto idiota a sperare che sia un rapporto che valga la pena di continuare e non uno dei tanti modi che scelgo per farmi del male?
Vado a fumarmi una sigaretta che è meglio e sicuramente meno dannoso che farmi domande del genere.

venerdì 20 novembre 2009

cugino?

Oggi l’ho rivisto. C’è questo ragazzo, beh ragazzo, ragazzo per i canoni italiani che in Italia ‘sta parola copre una fascia d’età molto vasta, che assomiglia tantissimo a un altro uomo. Ma tanto tanto, così tanto che a me sembran parenti. Prende lo stesso autobus che prendo io ma in direzione opposta. Lui scende al capolinea dove io salgo. La prima volta che l’ho visto ero così sopresa di questa rassomiglianza che l’ho fissato e se ne è accorto. Una figura di quelle che si ricordano per un bel po’, ché alla mia età non dovrei andar in giro a piantare gli occhi nelle faccie altrui. Sull’autobus, quel giorno lì, mi sono messa a leggere ma mica capivo quello che leggevo, non facevo che pensare alla figuraccia che avevo fatto e all’impossibilità che fossero parenti. Poi non l’ho più visto anche perché non ci sono stati altri scioperi e quindi sono tornata a prendere l’autobus al solito orario, circa mezz’ora dopo. Oggi invece era lì, sull’autobus, lui scendeva e io salivo. Se è abitudinario come me, oggi era in ritardo. Assomigliarci ci assomiglia tanto, è fuori di dubbio che ci assomiglia, lo direbbe chiunque, vedendoli, che si assomigliano. Oggi però non c’era la sorpresa della prima volta e poi ho anche evitato di fissarlo così poi sono riuscita a prendere il libro dalla mia borsa e leggere seguendo il senso.
Ora, mentre stavo pensando a che cosa far da mangiare ‘sta sera, mi sono ritrovata a domandarmi: e se fossero cugini?

mercoledì 18 novembre 2009

non sei un prete in chiesa

L’altro giorno hanno portato in laboratorio dei depliant dal titolo Tieni lontana l’influenza. Sono azzurri con le scritte in blu e in bianco. Ne ho misurato uno, 24.5 cm di larghezza e 68 cm di lunghezza. Ci sono anche tante belle figure, ognuna ha due mani che si toccano in maniera differente e delle frecce a indicare i movimenti da fare. Il sottotitolo è: adeguati comportamenti igienici, come lavarsi le mani, proteggono dal contagio. Più sotto ancora c’è scritto, tempo consigliato: 40-60 secondi. Le descrizioni alle sette figure sono nell’ordine
Bagnare le mani e applicare il sapone. Strofinare le mani da un palmo all’altro
Palmo destro sul dorso sinistro incrociando le dita e viceversa
Palmo contro palmo con le dita intrecciate
Dorso delle dita contro il palmo opposto tenendo le dita strette tra loro
Strofinare attraverso rotazione del pollice sinistro sul palmo destro e viceversa
Strofinare attraverso rotazione all’interno e in avanti con le dita della mano destra sul palmo sinistro e viceversa
Asciugare con salvietta monouso e usare la salvietta per chiudere il rubinetto

Quando l’ho visto ho pensato: eh, se i dipendenti di un ospedale non sanno lavarsi le mani siamo messimi proprio male. Non era un pensiero molto allegro. Poi mi è venuto in mente che quando da bambina mi lavavo male le mani mia mamma mi diceva: non sei un prete in chiesa, lavati le mani come si deve. Mi è tornato il buon umore.

martedì 17 novembre 2009

due letterE differentI

Sulla porta della libreria dove vado più volentieri c'è scritto: ENTRATE LIBERI.
A me, entrate liberi piace molto. Lo trovo bellissimo. Già entrare in una libreria è, per me, una bella cosa, entrare in una libreria dove ti trovi bene, se vuoi puoi anche fare due chiacchere con i due librai che sono anche simpatici oltre che molto gentili e che ti accoglie con un entrate liberi, è proprio bello.

lunedì 16 novembre 2009

dovrebbero le anatre non nuotare?

Io volevo saper da lei una cosa sola: dove s’era mai veduto o udito, che una ragazza sposasse un giovane soltanto per poter andar con lui alla fine del mondo, chi sa dove, al diavolo? Ed ella a rispondermi che andava volentieri anche alla fine del mondo e a tutti i diavoli, pur di andare con lui … Io bado a dimostrarle con i principi della ragione, che ciò è sciocco. Ed ella mi spiega con i suoi principi che io non posso capire niente. Allora io le racconto la parabola della chioccia, che covò le uova dell’anatra: le anatrelle andarono nell’acqua e la chioccia ci rimase con un palmo di naso: “che cosa ne dici, figliolina?”
“Che posso dire?” dice lei. “ è un gran male per la chioccia, poverina; ma perché le chiocce covano, dovrebbero le anatre non nuotare?”
Capite? Le figlie di Tewje dicono sempre cose meravigliose.


La storia di Tewje il lattivendolo Shalom Alechem (Feltrinelli)

domenica 15 novembre 2009

si può, sono io che non son capace

Ieri camminavo per i vicoli. C’era tanta gente nei vicoli ieri, troppa per i miei gusti. Erano le cinque di sabato pomeriggio e c’era brutto tempo, normale che fossimo in tanti. Però camminare in coda, anche se è una coda mobile, non mi piace proprio. A un certo punto mi sono fermata a vedere una vetrina e quando ho ripreso posto nella coda non avevo più davanti tre ragazze con i pantaloni a vita bassissima che camminavano tenendosi per mano ma un bambino di tre anni che camminava con i genitori, la mamma spingeva un passeggino vuoto. Il bambino piangeva tenendosi con la mano al cappotto della mamma e urlava disperato: mamma facciamo pace? La mamma non lo guardava, parlava con il papà. Il discorso, a due voci ché anche il papà ci metteva del suo, era tutto fatto da frasi tipo: Non ne posso più. è un viziato. Ha già la camera piena di giocattoli e non ci gioca mai. Non so che cosa fare. Dove abbiamo sbagliato. Ma abbiamo sbagliato? Pensavo che con l’asilo le cose sarebbero migliorate. Il bambino continuava a piangere e continuava a chiedere: mamma facciamo pace? Io dopo un po’ non riuscivo più a senterli, mi veniva voglia di picchiettare sulla schiena di quella mamma e chiederle se faceva pace con suo figlio. Ma non si può fare una cosa del genere, o forse si può, sono io che non sono capace. Ho provato a superarli. Niente, era impossibile superare, bisognava rimanere in coda, ché i vicoli sono strettti e c’era anche gente che veniva in direzione opposta. Quando ho sentito il papà dire: Magari un fratello e la mamma rispondere: Ci mancherebbe solo quello a completare il quadro ho cercato l’iPod nella borsa ma l’avevo lasciato a casa, allora sono entrata in un forno, mi sono presa un pezzo di focaccia e me lo sono mangiato lì, nel forno. Quando sono uscita non sentivo più il bambino chiedere piangendo: mamma facciamo pace? Avevo in pancia una fetta di focaccia untissima ma buona e un senso di nausea. ‘Sta mattina mentre facevo colazione pensavo: chissà a che ora hanno fatto pace.

sabato 14 novembre 2009

-14

ROMA - I finanziamenti destinati dalla Finanziaria 2007 all'assunzione di giovani ricercatori universitari non andranno persi. Lo assicura il ministero dell'Università e della Ricerca: "Il ministero entro due settimane emanerà un decreto ministeriale che trasferirà l'intera cifra alle università per consentire l'assunzione dei giovani ricercatori". (Dal sito di Repubblica)
Mariastar guarda che io, per non saper né leggere né scrivere, inizio a contare.

venerdì 13 novembre 2009

il vecchiosaggio

Io non so se si può fare. Non so se si possono copiare dei commenti trovati in un altro blog. Sicuramente metterei di chi sono e dove li ho trovati ma non so se basta, magari bisogna chiedere il permesso. Chi lo sa? Io no, quindi per ora non lo faccio. Però è un peccato ché la massima e le poesie del vecchiosaggio che ho letto sono proprio belle e magari c'è qualcuno che le leggerebbe volentieri. Bon, basta Latte, piantala lì, non puoi star qua a arrovellarti, hai preso una decisione: per ora non lo fai, puoi chissà, magari capisci se puoi farlo, magari qualcuno lo sa e te lo dice. E se per caso passa da qua una persona curiosa? Non posso neppure fare un post del genere e poi fregarmene, tanto io so dove andare a leggerle. Che fare? (@persona curiosa: se ti va passa un po' dal blog di Paolo Colagrande)

giovedì 12 novembre 2009

discutiamone

L'uomo è l'animale che ragiona. Così si dice. Penso che se ne possa discutere.*

Sono della tua stessa idea, discutiamone. Ti va di venire a trovarmi domani mattina? Se c'è la stessa aria che tirava 'sto pomeriggio abbiamo molti spunti di discussione.

(* Mark Twain Imprecazioni d'autore 238 aforismi rabbiosi Fiabesca)

mercoledì 11 novembre 2009

arance e tacchini

È arrivato l’inverno e ho ricominciato a mangiare arance. Da poco. 'Sta sera sarà stata la quinta o la sesta e avevamo tutte l’arancino sul fondo. Non so, saranno anche discorsi da persona che ormai è nel pieno della mezza età ma un po’ di anni fa le arance non avevano tutte l’arancino sul fondo. Mentre pensavo questo mi è venuto in mente che all’inizio del mese ero andata dal mio macellaio per comprare delle fettine di tacchino e il macellaio mi avevo detto che non tenevano più il tacchino. A me era venuto spontaneo chiedergli perché e allora ho saputo che non se la sentiva di vendere quella carne ché ogni tre tacchini che puliva uno aveva dei tumori grossi così. Mi ha fatto segno con le dita, ha unito il pollice con l’indice. Poi ha continuato dicendomi: sa signora i tacchini devono diventare venti, venticinque chili in sei mesi, per poter tenere il prezzo basso e allora…

martedì 10 novembre 2009

domanda

Negli ultimi quattro giorni lavorativi ho trovato nell’ordine:
- un quintifoglio e un quadrifoglio
- un quadrifoglio
- un quintifoglio
- un quintifoglio e due quadrifogli.
Ora, dal momento che non penso di essere una persona particolarmente fortunata, cosa sta succedendo nel giardino davanti al padiglione dove lavoro?

domenica 8 novembre 2009

influenza positiva

Ieri sera ho preso un aperitivo con un’amica, prima di andare a vedere il film delle capre. Anche se ha solo pochi anni più di me io la chiamo mamma P (p è la prima lettera del suo cognome) perché è un tipo molto protettivo con le persone alle quali vuole bene. A un certo punto l’ha chiamata sua figlia (la più piccole delle sue figlie vere, non una di noi amiche e quindi in quanto amiche figlie adottive) per dirle che sarebbe andata in discoteca. Non mi piaceva stare ad ascoltare la telefonata ma eravamo molto vicine ed era difficile fare diversamente. Per non ascoltare lei mi sono messa ad ascoltare la conversazione del tavolo vicino al nostro. C’erano due ragazze, che poi ho scoperto fare in secondo anno di liceo ma non essere in classe insieme; quella alla mia destra diceva all’amica: ho fatto un tema e ho preso sei. L'amica mangiando una patatina fritta la guardava interrogativa, allora la prima ha aggiunto: no, non l’ho scaricato da internet, l’ho proprio fatto io. Tanto dovevo stare a casa perché avevo fatto l’influenza.

venerdì 6 novembre 2009

perplimere

Personaggi e interpreti: C., amica di Latte e gran strafiga, parla correttamente, oltre all’italiano e un dialetto, tre lingue straniere. Latte, amica di C.
Luogo: Laboratorio, stanza di biologia molecolare.

Latte sta lavorando al suo bancone circondata da un discreto numero di provette e prova, nonostante sia tardi, a non far casino scambiando i tubi quando C. entra in stanza.
C. : Mah, perplimo.
Latte: Cosa hai detto?
C. : Che perplimo.
Latte: ?__?
C. : Io perplimo, indicativo presente del verbo perplimere, sinonimo: essere perplessi.
Latte: :-DD

giovedì 5 novembre 2009

Marina

Oggi il fisarmonicista che lavora la mattina nel sottopassaggio di Brignole suonava Marina* proprio bene. C’era un sottoritmo allegro, bello pimpante, un pazum pazum che ci stava benissimo. Settimana scorsa e anche quelle prima non c’era. Io quasi quasi spero che anche domani mattina, proprio mentre attraverso il sottopassaggio di Brignole, stia suonando Marina in quella maniera. Mette di buon umore suonata così. Fino a ieri speravo di non passare con Marina, ché nel suo repertorio c’è di meglio, domani spero di risentirla così, come quella di ‘sta mattina. Che se non avessi il carattere che ho io ‘sta mattina, quando ci siamo augurati a vicenda buona giornata e buon lavoro, glielo avrei anche detto che fatta così è proprio bella.

(*Questa Marina: Marina,Marina, Marina/ti voglio al piu’ presto sposar/“Si è vero”/Marina, Marina, Marina/ ti voglio al piu’ presto sposar/“Dico sul serio”/Oh mia bella mora no non mi lasciare/non mi devi rovinare/O no no no no no/Oh mia bella mora no non mi lasciare/non mi devi rovinare/O no no no no no.)

mercoledì 4 novembre 2009

le risposte non sono un granché

'sta mattina mentre andavo a lavorare ho visto che sul muro di una casa era apparso un disegno. Ad essere sincera non so se c’era anche ieri o ieri l’altro, io l’ho visto oggi. Comunque in viola erano disegnati: un uomo con scritto sotto macchine, una donna con scritto sotto senza e un topo (molto bello) con scritto sotto senso. Ecco, è tutta la giornata che mi domando che senso ha la mia esistenza. Ma non da depressa, da seria.

lunedì 2 novembre 2009

Schatzy

oggi, un anno fa, è morta la mia gatta. Aveva poco più di diciotto anni, la maggior parte li abbiamo passati insieme. Siamo state bene insieme, penso che anche lei la pensasse così. Chissà che cosa ha fatto quest’ultimo anno.

domenica 1 novembre 2009

esperimento

Non so, dovrei sperimentare la cosa per poter essere sicura, ma penso che se vedessi un uomo che stende il bucato (in maniera del tutto autonoma) invece di limitarsi a aprire l’oblò della lavatrice mi verrebbero gli occhi umidi e se poi lo vedessi con un ferro da stiro in mano, beh in quel caso penso proprio che mi verrebbe da piangere dalla commozione.